lunedì 27 agosto 2007

80 mi dà tanto: IL COMMODORE 64

Gli anni 80 del mondo informatico possono essere brevemente riassunti in due sole parole: Commodore 64. Questo nome, che sostituì la sigla “Vic-30” scelta inizialmente dalla casa costruttrice, la Commodore Business Machine, identifica il modello di computer più venduto al mondo, con oltre 30 milioni di esemplari distribuiti e un record d’incassi da Guiness dei primati nel 1986 (solo in quell’anno, infatti, furono acquistati più di 10 milioni di esemplari).

I principali punti di forza del Commodore 64 consistevano nella semplicità d'uso e di programmazione oltre che nel prezzo di vendita mediamente abbordabile (dimezzato rispetto a quello di Apple II, suo atavico rivale). Anche l’utente meno esperto aveva la possibilità di imparare a scrivere agilmente programmi semplici o complessi, o di dare libero sfogo alla propria fantasia grazie all’infinita gamma di giochi disponibili (circa 5 mila videogame commerciali cui si aggiungono almeno 13 mila realizzaziati amatorialmente). I supporti grazie ai quali era possibile installare videogiochi e programmi di vario tipo erano le mitiche cassette (tecnicamente definite Datasette), storiche progenitrici dei non troppo lontani floppy disk.

I lunghi tempi di caricamento che le cassette richiedevano erano dovuti al sistema di controllo effettuato sui dati, che prevedeva di salvare e caricare il programma due volte. Nonostante non fossero propriamente dei fulmini di guerra, le cassettine del Commodore 64 sono state la memoria di massa maggiormente diffusa nel nostro paese come nel resto d’Europa, e ancor oggi i più nostalgici le ricordano con quel gusto di divertita aberrazione che non manca di suscitare piacere. Entrato già a fine decennio in età di prepensionamento, il Commodore 64 subì nel corso degli anni 90 il definitivo colpo di grazia inferto dal travolgente boom di vendite ottenuto dagli attuali Personal Computers. Tuttavia, chi volesse riprovare l’emozione di vedere risplendere la famosissima schermata blu con l'avviso "Ready” nell’attesa che si carichi un gioco, può farlo sul proprio Pc dopo aver scaricato gratuitamente dal sito ufficiale ( http://www.c64.com/ ) il più famoso emulatore per Commodore 64 insieme, naturalmente, a tutti i videogames che desiderate riavere. Joystick alla mano dunque: l’Home Computer a 8 bit più famoso del mondo è tornato!

giovedì 2 agosto 2007

20 anni di PROFESSIONE VACANZE

Nel 1987 Italia 1 manda in onda in prima serata una breve serie di 6 episodi che celebrano la popolare figura dell’animatore turistico, personaggio intramontabile del divertimento targato anni 80. Protagonista indiscusso della mini serie è l’impareggiabile Jerry Calà, che veste i panni del simpaticissimo Enrico, un perdigiorno intraprendente e un po’ sfigato con la battuta sempre pronta e un’aria da improbabile farfallone, che diventa direttore del villaggio vacanze di Cala Corvino (in provincia di Bari) nel tentativo di risollevarne gli incassi, al motto di “voglia di lavorare saltami addosso… però prima avvertimi così mi scanso".

A rendergli la vita più facile (o incasinatissima, a seconda dei punti di vista) ci sono il factotum sardo Safà, la cameriera Caramella, la scenografa Lila, dal maestro di surf Eddy e il cuoco Maurizio.

Ironici, solari e senza grosse pretese di credibilità, le storie e i personaggi intorno a cui ruotano le vicende raccontate sono davvero molto piacevoli e ben congeniati.


Parecchi, inoltre, i volti dello spettacolo che sono passati attraverso i set di questo telefilm: da Gegia (Caramella) a Jenny Tamburi (Lila), icona della commedia sexy all’italiana; da Sabrina Salerno a Mara Venier (Olimpia); da Claudio Amendola (il calciatore Palombelli) a Isabella Ferrari (un’altra vittima del playboy Enrico), senza dimenticare il grande Teo Teocoli.

Vent’anni esatti dalla realizzazione della serie, le sei puntate di “Professione Vacanze” continuano ad essere trasmesse, ogni estate, sulle reti mediaset o da qualche canale satellitare.
Fortissima anche la sigla, con un Jerry Calà in versione cartone animato che è uno spettacolo tutto da gustare: http://www.youtube.com/watch?v=G-YdrneGGok


Approfitto di questo post per augurare a tutti voi, miei cari e appassionati divoratori di blog sugli anni 80, un mare di belle vacanze!

Il blog rimarrà chiuso a partire da oggi per una settimana.

Nel frattempo farò in modo di portare una fresca ventata di anni 80 in terra spagnola!
Buona estate a tutti e, come direbbero i Righeira, vamos a la playa!!!

mercoledì 1 agosto 2007

Con CRYSTAL BALL il mondo cambia colore

Negli anni 80 entusiasmare un bambino era ancora impresa facile: una cannuccia di plastica dura e una piccola noce di pasta gommosa, unite a un po’ di sana fantasia e a tanta voglia di impiastrarsi, bastavano a garantire un mondo (gonfiabile) di puro divertimento.
Il merito era di Crystal Ball, un tubetto contenente un preparato sintetico disponibile in quattro tinte differenti (rosso, blu, giallo e verde) che, se riempito d’aria, si ingrossava al punto da assumere le sembianze di uno spassosissimo palloncino colorato. Complice uno spot davvero accattivante, corredato da un jingle che difficilmente dimenticheremo, Crystal Ball è diventato, fra tutti i giocattoli di quel periodo, uno degli svaghi preferiti dai più piccoli e, insieme, il terrore delle mamme, allarmate dal timore che i palloncini colorati, scoppiando, potessero lasciare spiacevoli macchie in giro per casa.
Oggi in alcuni centri commerciali lo si può ancora trovare in vendita, con una nuova formula studiata per eliminare i difetti della precedente (l'odore è meno forte e le bolle sono meno appiccicose, ma la consistenza è la stessa). Anche nel 2007, dunque, con Crystal Ball il mondo cambia colore!
Per chi volesse ripassarsi lo spot: